Altitudine | 831m.s.l.m. |
Categoria | Punti storici |
Comune | Sormano |
POSIZIONE
Il muro di Sormano è una ripidissima salita, famosa per le sue pendenze a livello internazionale e resa mitica dalle sfide ciclistiche negli anni Sessanta.
STORIA
Il "muro" fu infatti inserito come tratto da percorrere nella competizione ufficiale del Giro di Lombardia tra il 1960 e il 1962. Talmente ripido che in quegli anni molti degli atleti professionisti furono costretti a scendere dalla bicicletta e condurre il mezzo a piedi, anche per via dei pochi rapporti disponibili allora. Dal 1963 il muro non venne più percorso dalle gare del Giro, sia per la costruzione della nuova strada provinciale che per il fatto che le gare venivano condizionate molto dalle "spinte" che i corridori ricevevano nella complicatissima salita. Da quel momento il "muro" dalla pendenza infernale fu progressivamente abbandonato e non più percorso. Dal 2006 il tratto, chiuso al traffico veicolare, è stato invece riasfaltato e rimesso a disposizione dei ciclisti più temerari.
CARATTERISTICHE
Il muro di Sormano presenta pendenze che arrivano al 25%. Un tratto di 1,7 chilometri che conducone dagli 831 metri di quota del punto di partenza ai 1124 della località della Colma. Sull’asfalto è riportato ogni metro d’altitudine che si sorpassa, e in effetti ogni metro è una vera conquista.
Sull'asfalto sono riportate anche tre frasi a tema. Le prime due sono di Bartali: "Un passista non ha alternative. Deve arrivare ai piedi del muro con almeno dieci minuti di vantaggio così poi, se lo fa a piedi impiegando un quarto d’ora di più di quelli che lo faranno in bici, arriverà in cima con cinque o sei minuti di ritardo e potrà ancora sperare"; "Davanti il 50 e il 42, dietro il 24, 17, 19, 23, 26 perché codesta gli è una salita da fare col 42×26 un si scappa; è durissimo il primo strappo che si dovrà fare quasi da fermo, perché viene dopo una curva a gomito. Saranno duri quei 2 chilometri abbondanti che ci sono da scalare in quanto presentano curve secche con impennate paurose. Sarà difficilissimo l’ultimo strappo".
L'ultima frase che invece è sull'asfalto è di Ercole Baldini, il ciclista che nel 1962 stabilì il record di scalata: "Non mi posso rendere conto del motivo per cui Torriani abbia voluto scegliere una novità di tale genere. Capisco che il Ghisallo non dava più garanzie di selezione, ma francamente si è esagerato nel senso opposto. Questa salita è semplicemente bestiale, impossibile da percorrere".